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Difficoltà: E (percorso escursionistico semplice)

Tappe principali: Monghidoro Piamaggio – Mulino di Mazzone – Monte dell’Alpe – Osteria del Fantorno – Passo della Raticosa – Rocca di Cavrenno – Frassineta – Pallerano – Piamaggio

Lunghezza: 22 km

Tempo di percorrenza: 10 ore: è consigliabile suddividere l’escursione in due giornate

Dislivello: 1.200 mt

Come si raggiunge: in auto dalla Strada Statale 65 della Futa fino a Monghidoro o la SP 60, che si dirama dalla SS 65 a Pianoro Vecchio

In auto: dalla Strada Statale 65 della Futa fino a Livergnano

Collegamento extraurbano: Linea TPER n. 906 Bologna-Monghidoro.
Per gli orari, consultare il sito Tper

Descrizione: itinerario di media montagna di interesse naturalistico, paesaggistico, storico, architettonico.

Si tratta di un itinerario impegnativo per lunghezza e dislivello, che è consigliabile dividere in due giornate. Per chi volesse percorrere l’intero itinerario in due giornate, il luogo più indicato per il pernottamento è il passo della Raticosa.

Occorre inoltre prevedere i tempi aggiuntivi per le eventuali visite al Museo della Civiltà contadina e Piccolo Museo dell’Emigrante di Piamaggio.e al Mulino di Mazzone.

L’itinerario può essere spezzato in alternativa in due anelli, da percorrere in momenti diversi, anche a distanza l’uno dall’atro: v. Variante 1 e 2.

Il Mulino Mazzone e la Martina possono essere visitati separatamente.

Mappa Itinerario Monghidoro

MONGHIDORO O “SCARICALASINO”?

Il paese di Monghidoro, da cui parte l’anello, è posto sulla antica strada Bologna – Firenze, una delle principali vie di comunicazione storiche d’Italia. Il toponimo deriva da Mons Gothorum, Monte dei Goti, con riferimento ad un insediamento barbarico posto nell’alto medioevo a presidio del valico tra Emilia e Toscana. L’abitato assunse la denominazione popolare di Scaricalasino quando nel 1264 il Comune di Bologna lo trasformò in borgo fortificato e stazione doganale, dove gli animali da soma venivano scaricati dalle merci per il controllo daziario, dopo le faticose salite percorse.

L’abitato, posto a 841 metri s.l.m, presenta diversi motivi di interesse: da vedere il Chiostro della Cisterna, ovvero ciò che resta del cinquecentesco Monastero Olivetano fondato dal capitano di ventura Ramazzotto, proprio nel centro del paese, e la vicina Chiesa di Santa Maria Assunta edificata nel 1950 su progetto dell’architetto Luigi Vignali. Nell’adiacente Sala Don Bosco (aperture su richiesta) una mostra di arte sacra. Tra le risorse naturalistiche, di grande interesse è l’Alpe di Monghidoro, un’area montana che si estende fino alla vicina Toscana, paradiso per escursioni a piedi, in bicicletta o a cavallo.

ARRIVANDO A MONGHIDORO, LA “VIA DEL MULINI”

A chi raggiunge Monghidoro in auto, in moto o in bicicletta, è consigliabile percorrere la SP 60, meglio nota come Fondovalle Savena che si dirama dalla SS 65 della Futa all’altezza di Pianoro e prosegue lungo il tracciato del torrente Savena, in un percorso a tratti panoramici, che incontrano piccoli canion scavati nelle pareti di arenaria del Contrafforte.

Nel tratto finale della strada, oltre il bivio per Loiano, in prossimità di Monghidoro, sulla destra per chi viene da Bologna, si incontrano almeno tre mulini ad acqua: il primo è il Mulino dell’Allocco (o Molino Allocco), una bella costruzione in pietra a vista costruita nel 1874, con un loggiato sulla facciata dell’edificio principale ornato da archi.

Mulino Allocco 2      Mulino Allocco

Il complesso è collegato alla strada da un grazioso ponticello. Il mulino ha continuato a macinare fino al 1982 e l’impianto è tuttora funzionante, grazie al ripristino degli attuali abitanti. Nonostante oggi sia proprietà privata, quindi visitabile solo dall’esterno, merita comunque una sosta, in quanto rende efficacemente l’dea di questo tipo di architettura, collegata a un’attività produttiva importante per l’economia della valle.

Proseguendo, si incontra il Mulino della Grillara, al centro di un piccolo e antico borgo di case in pietra addossate a una ripida parete di roccia. Sull’architrave della finestra del mulino è incisa la data 1599. Il mulino è stato attivo fino al 1966.

Mulino della Grillara

Poco oltre, in posizione un po’ nascosta sotto il livello della strada, si trova il Mulino Donino, risalente al XVII secolo, composto da quattro costruzioni degradanti verso il fiume, all’interno di ognuna delle quali si trovava una macina.
Volendo, con una piccola deviazione e dopo avere percorso un breve tratto di sentiero (Cai 909) si raggiungono i Mulini di Cà Guglielmo, un complesso di tre mulini immersi nel bosco, costruito tra il 1774 e l’inizio dell’Ottocento.

Chi desiderasse invece realizzare un percorso abbastanza completo lungo la Via dei Mulini, può iniziare il tracciato dal bellissimo Mulino del Pero, all’interno della proprietà di cui fanno parte anche il ristorane, un piccolo bed and breakfast e il circolo del golf. Le macine, che si trovano nell’attuale sala da pranzo del ristorante, sono state ripristinate e rese funzionanti dai proprietari. Il Mulino del Pero si raggiunge svoltando a destra dalla fondovalle, al bivio Loiano-Munzuno, in direzione di quest’ultima, quindi a destra per chi proviene da Bologna. Subito dopo la deviazione, si incontra sulla destra un vialetto, che conduce al complesso.

Il percorso termina con il Mulino Mazzone, parte integrante dell’itinerario Monghidoro-Monte dell’Alpe.

Dal centro del paese si imbocca il sentiero CAI 907 che scende verso il cimitero e si lascia l’asfalto per imboccare una ‘cavedagna’che rasenta La Casella e passa a valle di Pian dei Grilli raggiungendo in breve la frazione di Piamaggio, in prossimità del Santuario dedicato alla Madonna di Pompei, punto tappa del percorso “Mater Dei”.

A pochi metri dalla chiesa si trovano il Museo della Civiltà contadina e il Piccolo Museo dell’Emigrante.

MUSEO DELLA CIVILTA’ CONTADINA - PICCOLO MUSEO DELL’ EMIGRANTE

Il Museo della Civiltà contadina dell’Appennino ripropone alcuni ambienti esistenti nel nostro territorio fino agli anni ’60 del secolo scorso: una cucina con il camino e una serie di utensili, una camera da letto, una classe di scuola elementare, alcuni ambienti di lavoro. Vi è anche ricostruito, in scala 1/3, un mulino ad acqua.

Nel Piccolo museo dell’Emigrante, su grandi pannelli, è narrata la storia dell’emigrazione italiana dal 1875 ad oggi.

Attraverso documenti e oggetti, viene ricostruita anche l’emigrazione di tanti uomini e donne monghidoresi.

Il museo è ubicato in Via Provinciale 13 Piamaggio Monghidoro. Le visite per gruppi sono su prenotazione ai numeri 347-2769689 o 331-4430004 e info: https://museimonghidoro.it/ (Foto seguente: museimonghidoro.it)

Musei Monghidoro

Dalla piazzetta si imbocca Via Don Ubaldo Sazzini fino ad immettersi sulla Via Villa di Mezzo che si percorre in discesa (da notare i fabbricati rurali storici) fino ad imboccare sulla sinistra Via Antonio Galli, giungendo al Mulino di Mazzone, antico opificio a forza idraulica ottimamente restaurato. La visita al Mulino di Mazzone può essere anche effettuata separatamente, facendo questa breve passeggiata dall’abitato di Piamaggio e ritorno.

IL MULINO DI MAZZONE

Il Mulino Mazzone si trova a 1,5 km dalla frazione di Piamaggio.

Per la complessità del fabbricato, la varietà di macine alloggiate, per la posizione geografica e per il fatto che ancora oggi è funzionante, questo mulino può essere considerato il più interessante della vallata.

Antecedente il 1785, anno in cui è riportato nel catasto Boncompagni con il toponimo pressoché identico all’attuale, Molino dè Mazzoni, il complesso, interamente visitabile, è composto dall’abitazione del mugnaio rimasta nella sua autenticità, da quattro locali distinti per ciascuna macina, dalla stalla e dai fienili trasformati in locali per la nuova attività di accoglienza turistica.

Il luogo è magico, a poca distanza dal paese di Piamaggio, sembra isolato dal mondo, circondato dal bosco e immerso in un bel giardino, molto ben curato.

Il Mulino di Mazzone è ubicato in Via Antonio Galli Piamaggio Monghidoro. Le visite guidate per gruppi su prenotazione al n. 377-3733014 e info: https://mulinomazzone.it/

 

Immagini del Mulino Mazzone

Oltrepassato il ponticello a valle del mulino, si prosegue per il sentiero CAI 905 (variante) che si inerpica fino ad oltrepassare la provinciale n.60 e sale decisamente attraverso i boschi che inverdiscono i fianchi del Monte dell’Alpe.

Si prosegue lasciando sulla destra La Casellina (m.900) e proseguendo sui percorsi segnalati localmente (Mng8, Mng2 e Mng3) che indicano la Croce del Monte dell’Alpe, attraverso il Prato del Gallo e le rovine dell’Antica Osteria del Fantorno, fino ad intercettare la ghiaiata che sale e che si imbocca tenendo la destra.

Dopo pochi metri si imbocca sulla destra la ripida Via dei Presepi che conduce al punto panoramico della Croce dell’Alpe ed la cima alberata (mt.1229) che si raggiunge risalendo il vasto prato.

MONTE DELL’ALPE

L’Alpe di Monghidoro rappresenta un luogo ideale per chi vuole fare attività a contatto della natura, in un contesto davvero incantevole e con percorsi per tutte le esigenze. I boschi di faggio, le incredibili viste sui monti che la circondano e sulla pianura, fanno da cornice a chi vuole passeggiare, fare un giro in mountain bike, o semplicemente godersi un po’ di fresco, magari gustandosi le deliziose crescentine dell’Osteria del Fantorno.

Informazioni sui percorsi e cartine con sentieri e itinerari all’Ufficio Informazioni Turistiche presso il Municipio di Monghidoro Via Matteotti 1 tel. 3314430004.

I luoghi di interesse lungo il percorso sono i ruderi dell’antica osteria del Fantorno e la Via dei Presepi, nella parte finale del sentiero che conduce alla cima.

L’antica osteria del Fantorno

In una spianata circondata da abeti secolari, a quota mt. 1080, dove si congiungono i sentieri che salgono da Piamaggio e dalla Nuova Osteria del Fantorno, sono visibili i ruderi dell’Antica Osteria del Fantorno posta sull’antico percorso che portava in Toscana e che, prima dell’unità d’Italia, era frequentato dai contrabbandieri che volevano evitare la dogana.

Sull’abbattimento e il probabile incendio della storica struttura si intrecciano suggestive leggende: che il fuoco sia stato appiccato da briganti scontenti del servizio ricevuto, dalle guardie di frontiera per smantellare un covo di contrabbandieri, da incaricati delle autorità dopo che un viaggiatore aveva trovato, conservato ed esibito un dito umano trovato tra la carne lessata servita col brodo di cottura. Poco distante, lungo il sentiero che porta al passo della Raticosa, scorre il confine tra Emilia e Toscana.

La Via dei Presepi

Lungo il ripido tratto di sentiero che dalla ghiaiata raggiunge la Croce dell’Alpe ed il terrazzo panoramico, sono ben ambientati tra le ceppaie dei faggi e le rocce affioranti tanti piccoli presepi; giunti in vetta si può visitare l’artistico presepe ospitato in una piccola capanna in legno che serve anche da riparo per gli escursionisti.

Poco distante, in prossimità di un cartellone che illustra la zona, si imbocca in discesa la larga ghiaiata che, con un percorso panoramico, raggiunge il nuovo Rifugio del Fantorno (mt. 1035).

Da qui si può decidere se tornare a Piamaggio, oppure percorrere l’intero itinerario. In questo caso, è consigliato il pernottamento al passo della Raticosa.

Quando si è già in vista del rifugio, si imbocca sulla destra un sentiero che reca l’indicazione per il Passo della Raticosa e che si inoltra nel bosco, oltrepassa una la Fonte del Ginepro (lasciare sulla sinistra la diramazione che scende sulla Statale della Futa in località La Posta) e va a sboccare nel sentiero CAI 917 che conduce al Passo della Raticosa (mt.968).

 

 

LA RATICOSA

La Raticosa è un valico che separa geograficamente la Toscana dall’Emilia-Romagna. E’ posto all’altitudine di mt. 968 nel territorio del Comune di Firenzuola lungo la storica Strada Statale n.65 della Futa, altro passo che si trova 13 km più a sud, ad una altitudine di 903 mt.

Il piazzale brulica spesso di motociclisti saliti dai due versanti per godere della bellezza del percorso stradale ed è stato il punto di arrivo o di passaggio di gare automobilistiche (cronoscalata Bologna-Raticosa, Mille Miglia) motociclistiche (Milano-Taranto) e ciclistiche (Bologna-Raticosa 1° edizione anno 1931).

Raticosa 1

Si imbocca la strada provinciale n.58 Piancaldolese e dopo 1,5 km tenere la sinistra imboccando la provinciale n.121 di Frassineta; dopo circa 1 km si imbocca sulla sinistra Via Cavrenno che conduce in breve al piccolo borgo di Cavrenno (mt.801).

Di qui in breve si può raggiungere la Rocca di Cavrenno (mt.867), punto panoramico su cui sorgeva un’antica fortezza e l’adiacente Rocchino, un inusuale sperone di roccia calcarea che presenta diverse vie di arrampicata.

Il sentiero dalla Raticosa al Rocchino passa dal crinale, un’ampia distesa di prato e arbusti ai piedi della quale si apre, verso sud, una bellissima veduta sul Mugello.

Immagini Raticosa veduta sul Mugello

IL MONTE ROCCA E IL VICINO “ROCCHINO”

Il monte, un cono isolato di 867 mt. che domina la testata della Valle dell’Idice, in prossimità del piccolo borgo di Cavrenno, trae il nome da un antico fortilizio che si trovava sulla sommità del monte, venduto nel 1294 dagli Ubaldini al Comune di Bologna. Fonti scritte lo citano come castello fino al 1479, quando passò ai fiorentini e fu poi completamente demolito.

Diviso dal monte da una selletta il Rocchino è un inusuale sperone di roccia calcarea geologicamente molto rara in Appennino. Suddiviso in tre settori il dente è attrezzato su diverse vie praticabili da arrampicatori esperti dotati di idonea attrezzatura (per informazioni consultare il gruppo FB: Raticosa Climbing – Arrampicare al Rocchino e al Sasso della Mantesca).

 

Dall’abitato di Cavrenno si prosegue per il sentiero CAI 823 che segue la ghiaiata e attraversa su un ponte il Fiume Idice e, oltrepassata la casa La Fora, prende a destra scendendo verso Frassineta attraverso pascoli e antichi borghi.

 

FRASSINETA – LA MARTINA

Frassineta, frazione del comune di Monghidoro, era una villa, cioè una comunità rurale non fortificata, facente parte della comunità di Campeggio, che il comune di Bologna nel 1223 inscrisse, insieme a tutte quelle poste nella valle dell’Idice, nel quartiere di Porta Ravennate. Diverse case del borgo conservano tipologia e materiali delle antiche abitazioni montanare.

A poca distanza da Frassineta si trova il Parco Provinciale La Martina – Monte Gurlano, un sito di interesse comunitario per le particolarità ambientali e geologiche. L’area della Martina offre una grande varietà di itinerari escursionistici. Informazioni sui sentieri si possono trovare sulle mappe agli ingressi FOTO del parco o lungo gli itinerari oppure consultando il sito https://monsgothorumnatura.it/

Il sentiero CAI 923, giunto sulla provinciale a Frassineta (mt.504), la percorre per un breve tratto e si immette a sinistra sulla strada comunale che supera il Fiume Idice e il borgo di Pallerano e, oltrepassati al Cà di là e I Poggioli (mt.630), si inerpica verso Monghidoro, chiudendo l’anello.

La località della Martina può essere visitata anche separatamente, partendo da Campeggio o da Frassineta

Le varianti

Questo lungo itinerario può essere spezzato in due itinerari più brevi, da percorrere in giornata. Proponiamo quindi 2 varianti semplificate, che consentono di dividere l’itinerario in due anelli, da percorrere anche in momenti differenti.

La variante 1 parte da Piamaggio, passa per il Mulino di Mazzone (strada asfaltata), sale verso il Balzo Arcigno, raggiunge la cima di Monte dell’Alpe (1.229 mt) attrverso i sentieri 8MNG e 3MNG, scende per la ghiaiata alla Nuova Osteria del Fantorno e di lì torna a Piamaggio (segnaletica in loco).

La variante 2 parte da Piamaggio, e segue la strada provinciale 60 fino alla rotonda di Cà del Costa, segue a destra lungo la statale della Futa fino in località Le Filigare (da vedere la Dogana Granducale e l’antico Ospedale dei pellegrini), scende a sinistra verso Casa Paganini, La Fora e il borgo di Cavrenno, sale sulla Rocca di Cavrenno (866 mt), prosegue fino ad incontrare la strada provinciale 58 e sale al Passo della Raticosa (968 mt), attraversata la strada segue per il sentiero CAI 917 cha abbandona tenendo la destra verso la Nuova Osteria del Fantorno che raggiunge e di lì torna a Piamaggio (segnaletica in loco).

 

Variante 1

 Difficoltà: E (percorso escursionistico semplice)

Tappe principali: Piamaggio – Mulino Mazzone – Balzo Arcigno  – Monte dell’Alpe – Osteria del Fantorno – Piamaggio

Lunghezza: 8 km

Tempo di percorrenza: 3 ore

Dislivello: 600 mt

Come si raggiunge: in auto dalla Strada Statale 65 della Futa fino a Monghidoro, proseguendo due km oltre il paese, in località Cà del Costa, prendere a destra per Piamaggio.

Collegamento extraurbano: Linea TPER n. 906 Bologna-Monghidoro. Per gli orari, consultare il sito:
https://www.tper.it/content/linea-906-bologna-monghidoro-castel-dellalpi

Descrizione: itinerario di media montagna di interesse naturalistico, paesaggistico, storico- architettonico.

 

Variante 2

 Difficoltà: E (percorso escursionistico semplice)

Tappe principali: Piamaggio – Monte Rocca/Rocchino – Passo della Raticosa – Osteria del Fantorno – Piamaggio

Lunghezza: 11 km

Tempo di percorrenza: 4 ore

Dislivello: 350 metri

Come si raggiunge: in auto dalla Strada Statale 65 della Futa fino a Monghidoro, proseguendo due km oltre il paese, in località Cà del Costa, prendere a destra per Piamaggio.

Collegamento extraurbano: Linea TPER n. 906 Bologna-Monghidoro. Per gli orari, consultare il sito:
https://www.tper.it/content/linea-906-bologna-monghidoro-castel-dellalpi

Descrizione: itinerario di media montagna di interesse naturalistico, paesaggistico, storico- architettonico.

 

Dove dormire

Dove dormire

A Monghidoro

Hotel Kristall
Viale Roma 21 Monghidoro tel. 051/6555754

B&B Castelletti Rossi
Via de Gasperi 21 Monghidoro tel. 05/16554414

B&B Antica Frontiera
Via Primavera 9 Monghidoro (a Cà del Costa tra Monghidoro e Piamaggio) tel. 3408471105

A Piamaggio

B&B La Calla
Via Paterna 36 Piamaggio tel. 3482821610

B&B Mulino di Mazzone
Via Antonio Galli Piamaggio Monghidoro. tel. 377-3733014

Al Passo della Raticosa

B&B Antica Terrazza Pietramala
Via Pietramala, 822 Firenzuola (a 1,5 km dalla Raticosa in direzione Firenze) tel. 3351016576

A Frassineta

Camping La Martina
Via Cà della Selva 3 Monghidoro (a 3 km da Frassineta) tel. camping: 3409457386 e 3384069442, ristorante: 3441875829.

A Loiano

Molino del Pero
Via Molino Del Pero, 323, 40035 Monzuno 051/677 0506
Sebbene si trovi nel territorio di Monzuno, il Molino del Pero è a brevissima distanza dalla fondovalle Savena, in prossimità della deviazione per Loiano e in strada per chi volesse proseguire o fosse di ritorno da Monghidoro.

Dove mangiare

A Monghidoro

Trattoria da Carlet
Via Vittorio Emanuele II 20 Monghidoro tel. 051/ 6555506

Cantina Antico Angelo
Via Antico Angelo 5 Monghidoro tel. 051/0874031

Ristorante Pizzeria Windy
Via Vittorio Emanuele II 110rtel. 051/ 6555010

Trattoria Pizzeria Scaricalasino
Via Giuseppe Garibaldi 48 Monghidoro tel. 334 352 2443

A Piamaggio

Trattoria Tedeschi
Piazza del Borgo 18 Monghidoro tel. 051/19581209

Sul Monte dell’Alpe

Rifugio Fantorno
Via San Pietro 70 Monghidoro tel. 051/19580710

Al Passo della Raticosa

Chalet Raticosa
Via San Zanobi 2210 Firenzuola tel. 055/8101342

A Frassineta

La Palazza Bar Ristorante Pizzeria
Via Idice 28 Monghidoro (a 2 km in direzione Monterenzio) tel. 3338850407

Osteria Nel Bosco 2021
Via Martina 11 (a 3 km in direzione Monterenzio, indicazioni Camping La Martina) Monghidoro tel. 3441875829

A Loiano

Molino del Pero
Via Molino Del Pero, 323, 40035 Monzuno 051/677 0506
Sebbene si trovi nel territorio di Monzuno, il Molino del Pero è a brevissima distanza dalla fondovalle Savena, in prossimità della deviazione per Loiano e in strada per chi volesse proseguire o fosse di ritorno da Monghidoro.